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Parlare di racconti è fuorviante, perché quello che ho letto è  l’inizio di un bel romanzo. I personaggi sanno rimanere impressi, nella testa o nel cuore, anche se protagonisti di poche pagine. Penso che se Nicodemo avrà costanza di non abbandonare il suo talento ma di alimentarlo e farlo crescere, riempiendo la sua vita di esperienze, belle, brutte, di qualsiasi tipo, potrà diventare una voce importante e originale della narrativa italiana.


Il punto di forza è da ricercarsi nella scelta di concentrare la narrazione sugli aspetti emotivi della guerra più che su quelli storici, scelta che evita pericolosi scivoloni in possibili anacronismi. Gli avvenimenti storici fanno infatti solo da corollario a una storia personale di speranza e amore. Lo stile di Nicodemo è maturo e convincente, soprattutto in considerazione del fatto che ci troviamo di fronte a un’autopubblicazione, pertanto scevra da accorgimenti esterni.

da Mondoscrittura

Questo breve libro in ogni caso fa provare delle emozioni, non tanto associate alla guerra quando al legame padre-figlia in un contesto in cui più nulla è scontato. [...] E in tutto questo caos, in tutto questo dolore, tra la guerra, la morte e la paura, c’è una gatta che suona il piano. Verità o leggenda? Suggestione o ricordo? La gatta c’è, il piano pure, anche se all’inizio tace, ma qualcosa porterà nuove note nelle vite di Vincent e della sua bambina.

dal blog di Romina Tamerici

[...] già dalle prime pagine emerge una costruzione scorrevole, senza fronzoli, leggibile, che ti accalappia con naturalezza e che ti accompagna nell’orrore della vita mescolata alla morte. La storia di Vincent ci lascia con l’amaro in bocca, forse perché non agisce, forse perché la situazione sembra disperata.


Una storia di resistenza e di coraggio raccontata con piccoli squarci e con grande attenzione alle emozioni, usando un’intensità che spinge il lettore a chiedersi: e io come reagirei? [...] Nicola Nicodemo debutta così nel campo della pubblicazione e lo fa mostrando sensibilità, cura dei dettagli e padronanza della scrittura. Sicuramente una lettura piacevole e un invito alla riflessione. 



Perché certo, anche se nell'intro l'autore ci dice che è proprio la vita, che vuole indagare, non si può ignorare il suo messaggio, sparato in faccia alla guerra, che condanna la violenza, pur analizzandone le influenze, i riflussi, gli avanzi lasciati nel vivere dell'uomo. 

[Il giovane autore vuole] lasciarci guardare le cose dal punto di vista di Vincent e anche, in certi momenti, della sua bambina, Francine: due diversi punti di vista, quello disincantato e preoccupato di un uomo adulto che si rende conto del dramma che si sta attuando attorno a lui e nella propria vita, e quello innocente di una bimba, che si ritrova a vivere con smarrimento un evento tanto più grande di lei e a doverlo "sopportare", nonostante le sue piccole e fragili spalle...